Approccio alimentare e nutraceutico alla pre-ipertensione

Prevenzione dell’ipertensione

La pre-ipertensione e l’ipertensione lieve sono condizioni di salute che richiedono un’attenzione particolare per prevenire complicazioni a lungo termine. L’ipertensione arteriosa è uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, la principale causa di morte precoce in Europa. Pertanto, la Società Europea di Cardiologia e dell’Ipertensione sottolineano l’importanza di correggere eventuali errate abitudini dietetiche e comportamentali in quei soggetti con livelli subottimali di pressione arteriosa per cui non è necessario un trattamento attivo con farmaci antipertensivi. Tuttavia, è fondamentale notare che l’ipertensione franca (valori >140/90 mmHg) necessita di una terapia farmacologica, e l’uso di eventuali nutraceutici deve essere valutato dal medico curante per evitare interferenze. Questo articolo esplora come specifici alimenti e nutrienti possano aiutare a mantenere la pressione arteriosa sotto controllo nelle persone con familiarità e predisposizione, supportati da evidenze scientifiche.

La problematica dell’ipertensione

Cos’è l’ipertensione?

L’ipertensione è una condizione caratterizzata da una pressione arteriosa persistentemente elevata. Si parla di pre-ipertensione quando i valori della pressione sono compresi tra 120-139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg per la diastolica. Quando i valori superano questi limiti, si entra nel range dell’ipertensione lieve.

Implicazioni nel medio-lungo termine

Se non trattata, l’ipertensione può portare a gravi complicazioni come malattie cardiovascolari, ictus e insufficienza renale. La prevenzione e la gestione precoce sono quindi essenziali per evitare queste conseguenze a lungo termine.

Incidenza in Italia

Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 30% della popolazione italiana adulta soffre di ipertensione, con una crescente incidenza tra i giovani. Questo rende fondamentale la promozione di stili di vita sani e l’adozione di strategie nutraceutiche.

L’importanza dello stile di vita

Uno stile di vita sano, che include una dieta equilibrata e l’esercizio fisico regolare, è fondamentale per prevenire l’ipertensione. Gli alimenti e i nutrienti giusti possono fare la differenza nel mantenere la pressione arteriosa sotto controllo.

Alimenti benefici per la pressione arteriosa

Tè verde

Il tè verde è ricco di catechine, potenti antiossidanti che hanno dimostrato di ridurre la pressione arteriosa. Una meta-analisi pubblicata su “Nutrition Journal” ha evidenziato che il consumo regolare di tè verde può contribuire a una significativa riduzione della pressione sistolica e diastolica.

Infuso di karkadé

L’infuso di karkadé (o ibisco) contiene vitamina C, nota per la sua forte azione antiossidante, inibisce il tono della muscolatura liscia e svolge inoltre un effetto diuretico. Studi hanno mostrato che il consumo di questo infuso può ridurre la pressione arteriosa nei pazienti con pre-ipertensione e ipertensione lieve.

Cacao

Il cacao è una fonte eccellente di flavonoidi, composti che migliorano la funzione endoteliale e abbassano la pressione arteriosa. Una revisione sistematica pubblicata su “The Cochrane Database of Systematic Reviews” ha confermato che il consumo di cacao ricco di flavonoidi è associato a una riduzione della pressione sanguigna.

Succo di barbabietola

Il succo di barbabietola è ricco di nitrati inorganici, che vengono convertiti in ossido nitrico nel corpo, aiutando a dilatare i vasi sanguigni e abbassare la pressione arteriosa. Una meta-analisi su “Hypertension” ha riportato che il consumo di 220 ml di succo di barbabietola al giorno può ridurre significativamente la pressione sistolica.
Data la difficoltà frequente a reperire l’ortaggio fresco, è possibile trovare in commercio un succo pronto biologico lattofermentato

Succo di melograno

Il succo di melograno è un’altra bevanda benefica, grazie ai suoi antiossidanti che migliorano la salute vascolare. Studi clinici hanno dimostrato che il consumo regolare di succo di melograno può contribuire a ridurre la pressione arteriosa.

Semi di lino

I semi di lino sono ricchi di lignani e acidi grassi omega-3, nutrienti che hanno effetti positivi sulla pressione arteriosa. Una meta-analisi su “Journal of Hypertension” ha evidenziato che l’integrazione con semi di lino può portare a una significativa riduzione della pressione.

Nutrienti essenziali per il controllo della pressione arteriosa

Acidi grassi polinsaturi Omega-3 (PUFA)

Gli omega-3 PUFA (Polyunsaturated Fatty Acids) sono noti per i loro effetti benefici sul sistema cardiovascolare. Agiscono riducendo l’infiammazione, migliorando la funzione endoteliale e abbassando la pressione arteriosa. Una revisione pubblicata su “American Journal of Hypertension” ha mostrato che l’assunzione di omega-3 PUFA può ridurre la pressione arteriosa, migliorando la salute cardiovascolare complessiva.

Fibre solubili

Le fibre solubili aiutano a migliorare la salute cardiovascolare e a ridurre la pressione arteriosa. Esempi includono l’avena, l’orzo e i legumi. Una meta-analisi su “Hypertension” ha indicato che una dieta ricca di fibre solubili è associata a una riduzione della pressione sistolica e diastolica, oltre a migliorare il metabolismo glucidico e lipidico.

Potassio

Il potassio è fondamentale per la regolazione della pressione arteriosa. Agisce in sinergia con il sodio nel corpo, mantenendo un equilibrio attraverso la pompa sodio/potassio. Studi hanno dimostrato che l’aumento dell’assunzione di potassio può contribuire a ridurre la pressione arteriosa.

Magnesio

Il magnesio è essenziale per molte funzioni corporee, compresa la regolazione della pressione arteriosa. L’assunzione di magnesio chelato, una forma più biodisponibile del minerale, è particolarmente efficace. Scopri quali sono i tipi di magnesio chelato in questa pratica guida 
Studi hanno dimostrato che l’integrazione di magnesio può contribuire a ridurre la pressione arteriosa.

Deficienze nutrizionali e fattori di rischio

Deficienze nutrizionali, sovrappeso e deficit di singoli micronutrienti come folati, riboflavina, vitamina C e vitamina D sono considerati fattori di rischio nello sviluppo dell’ipertensione. Correggere queste carenze può essere un passo importante nella prevenzione dell’ipertensione e nella promozione della salute cardiovascolare.

Nutraceutici per la prevenzione dell’ipertensione

Resveratrolo

Il resveratrolo, un antiossidante presente nell’uva rossa e nell’estratto di Polygonum cuspidatum, ha dimostrato di avere effetti benefici sulla pressione arteriosa e sull’insulino-sensibilità. Studi clinici suggeriscono che il resveratrolo può migliorare la funzione endoteliale e ridurre la pressione.

Licopene

Il licopene, presente nei pomodori, è un potente antiossidante che può aiutare a ridurre la pressione arteriosa. Una meta-analisi su “Molecular Nutrition & Food Research” ha evidenziato che il licopene può abbassare significativamente la pressione sistolica e diastolica.

Picnogenolo

Il picnogenolo, un estratto di corteccia di pino marittimo francese, riduce lo stress ossidativo e la Proteina C-reattiva. Studi clinici hanno mostrato che il picnogenolo può migliorare la salute vascolare e abbassare la pressione.

Coenzima Q10

Il coenzima Q10 nella sua forma ubichinolo, più biodisponibile, è un antiossidante che può migliorare la funzione cardiaca e ridurre la pressione arteriosa. Agisce come scavenger dei radicali liberi e riduce l’ossidazione delle LDL. Una revisione pubblicata su “Journal of Human Hypertension” ha confermato che l’integrazione con coenzima Q10 può portare a una riduzione della pressione sistolica e diastolica.

Isoflavoni di Soia

Gli isoflavoni di soia hanno effetti positivi sulla salute cardiovascolare e possono aiutare a ridurre la pressione arteriosa, specialmente nelle donne in menopausa. Studi hanno dimostrato che l’assunzione di isoflavoni è associata a una riduzione della pressione nei pazienti con ipertensione lieve.

Taurina

La taurina è un aminoacido che svolge un ruolo importante nella regolazione della pressione arteriosa. L’associazione con il magnesio potenzia i benefici sulla salute cardiovascolare. Studi clinici hanno mostrato che l’integrazione con taurina può aiutare a ridurre la pressione sanguigna.

Estratto di aglio

L’estratto di aglio è noto per i suoi effetti benefici sul sistema cardiovascolare grazie al composto solforato bioattivo S-allilcisteina. Una meta-analisi pubblicata su “Journal of Clinical Hypertension” ha evidenziato che l’assunzione di estratto di aglio può ridurre significativamente la pressione arteriosa.

Probiotici

I probiotici possono migliorare la salute intestinale e avere effetti positivi sulla pressione arteriosa. Intervengono sulla disbiosi intestinale, migliorando il rapporto tra Firmicutes e Bacteroides e favorendo la biodiversità dei batteri che producono di butirrato.
Studi hanno dimostrato che l’integrazione con probiotici per almeno 8 settimane può essere efficace, se scelti di buona qualità.
Scopri le 9 caratteristiche di di un buon probiotico.
Attraverso un test fecale del microbiota è possibile capire lo stato di eubiosi dell’intestino e gli equilibri tra le varie famiglie di batteri.
Scopri l’importanza di effettuare una mappatura del microbiota e come riconoscere i sintomi della disbiosi

Approccio personalizzato

La gestione della pre-ipertensione e dell’ipertensione lieve attraverso un approccio nutraceutico può offrire benefici significativi per la salute cardiovascolare. Integrare nella propria dieta alimenti e nutrienti specifici, supportati da evidenze scientifiche, è una strategia efficace per mantenere la pressione arteriosa sotto controllo. Per un approccio personalizzato e approfondito, è sempre consigliabile consultare un professionista della salute. Fissa una consulenza personalizzata per scoprire come integrare al meglio questi rimedi naturali nella tua routine quotidiana e migliorare la tua salute cardiovascolare.

Scopri il tuo microbiota intestinale: come un test del microbiota può migliorare la tua salute

Hai mai considerato l’importanza del tuo microbiota intestinale per la tua salute complessiva? Forse sei una delle tante persone che soffrono di sintomi di disbiosi senza saperlo. Un test del microbiota intestinale può fare la differenza nel tuo benessere. Vediamo perché.

1) Comprendere il Microbiota Intestinale

Il nostro intestino ospita miliardi di batteri, noti collettivamente come microbiota intestinale. Questi microrganismi svolgono un ruolo cruciale nella nostra salute, aiutando nella digestione, rafforzando il sistema immunitario e contribuendo al nostro benessere generale.

2) Sintomi di Disbiosi: Perché dovresti preoccuparti?

La disbiosi si verifica quando c’è uno squilibrio nel microbiota intestinale. I sintomi possono variare notevolmente da persona a persona, ma possono includere gonfiore, stitichezza o diarrea, affaticamento, mal di testa, irritabilità e problemi di pelle (scopri il tuo tipo di pelle con il test gratuito – clicca qui). Se riscontri uno o più di questi sintomi, un test del microbiota intestinale potrebbe essere il passo successivo.

3) Il Test del Microbiota Intestinale: Un Approccio Personalizzato

Un test del microbiota intestinale utilizza una tecnica avanzata chiamata PCR Real Time per analizzare un campione fecale e mappare le popolazioni batteriche nell’intestino. Questo esame consente non solo di rilevare la presenza di batteri beneficiosi come Bifidobatteri e Lattobacilli, ma anche di identificare microrganismi potenzialmente dannosi come Candida (vengono testati i 5 tipi principali), Escherichia coli, Helicobacter pylori e Clostridium perfringens. Questa analisi dettagliata offre un quadro completo del tuo microbiota, permettendo così di individuare il probiotico più adatto per te, offrendo una soluzione mirata piuttosto che un approccio generico.

4) Perché fare un Test del Microbiota Intestinale?

Un test del microbiota può essere un modo efficace per affrontare una serie di problematiche legate alla salute dell’intestino. Può fornire preziose informazioni sulla tua salute intestinale, aiutandoti a fare scelte più informate sulla tua dieta e stile di vita.

Conclusioni

Presso lo studio di naturopatia Benessere secondo Natura, è disponibile un kit per effettuare il test del microbiota intestinale, oppure è possibile riceverlo direttamente a casa tramite corriere.
Lavoriamo con un laboratorio specializzato che effettua analisi dettagliate e fornisce risultati comprensibili.
Cliccando qui è possibile scaricare un fac-simile del referto del test.

Sia che tu stia cercando di migliorare la tua salute generale o che tu abbia sintomi specifici, un’analisi del tuo microbiota potrebbe essere il passo successivo verso il tuo benessere.

Le 9 caratteristiche di un buon probiotico

Eubiosi vs disbiosi

Nell’intestino risiede il 60% del sistema immunitario ed avere un microbiota in equilibrio è fondamentale per la salute di tutto il corpo.
Questo gruppo di batteri viene considerato un vero e proprio organo (con un peso di circa 1.5 kg), il numero dei microorganismi supera di 10 volte quello delle cellule del corpo umano e conta più di 1000 specie batteriche diverse ( un numero in crescita secondo i recenti studi).
Si parla di eubiosi quando vi è un equilibrio tra le varie specie batteriche, mentre si parla di disbiosi quando i batteri patogeni prevalgono, alterando i rapporti con le altre specie batteriche.
Negli ultimi anni gli studi sul microbiota sono aumentati e hanno dimostrato le svariate implicazioni che questa popolazione di batteri svolge per il mantenimento della salute dell’uomo, evidenziando l’importanza di avere cura dell’intestino sin dai primi di vita.

Per valutare se il tuo intestino è in disbiosi, potrebbe essere utile fare una mappatura del microbiota. Puoi approfondire l’argomento in questo articolo Scopri il tuo microbiota intestinale: come un test del microbiota può migliorare la tua salute

Quali sono i fattori che influenzano il microbiota?

Un intestino eubiotico è indice di benessere e i fattori che possono alterare questo ecosistema sono:

  • genetica
  • parto e allattamento
  • età
  • dieta
  • stile di vita
  • indice di massa corporea
  • antibiotici
  • stress
  • carenza di fibre

Quando subentra un’alterazione del microbiota (“flora batterica”), si possono manifestare alcuni disturbi a carico del tratto gastrointestinale, come difficoltà digestive, eruttazioni, gonfiori addominali, alvo irregolare, stitichezza, diarrea, meteorismo, flatulenza, etc…. fino ad arrivare a disturbi che coinvolgono altri organi e apparati.
In questi casi è fondamentale conoscere le possibili cause con una valutazione medica e considerare di ripristinare il corretto equilibrio del microbiota attraverso l’integrazione di probiotici specifici.

Le 9 caratteristiche di un buon probiotico:

Quando si sceglie un probiotico, per essere certi della sua qualità, bisogna verificare se risponde a queste caratteristiche:

  • umano-compatibile
  • avere batteri vivi
  • conservato lontano da calore e umidità
  • resistente all’acidità dello stomaco
  • capace di aderire alle pareti intestinali
  • formare colonie permanenti
  • quantità sufficiente per ceppo batterico
  • numero di batteri garantito alla scadenza
  • esplicare un’azione probiotica utile

Quale probiotico scegliere?

Le caratteristiche sopra elencate sono fondamentali quando si decide di integrare un probiotico per ripristinare l’alterazione della flora batterica, ma quale ceppo scegliere?
A seguito di tutte le evidenze scientifiche sul ruolo del microbiota nel mantenimento della salute, negli ultimi anni sono aumentati i prodotti a base di probiotici che si trovano in commercio, però è luogo comune pensare che un integratore sia uguale all’altro e la maggior parte delle volte si sceglie in base alla marca o alla pubblicità vista in tv.
Il risultato è che spesso queste integrazioni non danno il risultato sperato, generando diffidenza nell’importanza dell’utilizzo dei probiotici e portando a trascurare lo stato di malessere intestinale che si protrae nel tempo.
In realtà ogni parte del tratto gastro intestinale è popolata da specie batteriche diverse, quindi è importante individuare dove si è sviluppata l’alterazione e intervenire in primis con quel ceppo batterico specifico e lavorando contestualmente sulle altre possibili cause (carenze enzimatiche, infiammazione, sensibilità alimentari, stress etc…), solo in questo modo si possono ottenere dei miglioramenti evidenti dei disturbi, sostenendo anche la funzionalità di tutto l’apparato gastrointestinale.